domenica 6 ottobre 2013

Intervista al Villain Giulio Antonio Gualtieri


Intervistato e Intervistatore: E' tutta una pastetta


1- Solita domanda iniziale per metterti a tuo agio: sei un Villain, ma sei davvero cattivo? Qual è la cosa più cattiva che hai fatto in vita tua?
Come Villain temo di fare un po' pena, considerato il fallimento dei miei numerosi piani di conquista del mondo. Per cercare di rimediare, vi racconto l'unica vera cattiveria che mi sia veramente riuscita. Estate 2001. Ho sedici anni e sono in vacanza studio a Brighton, la Ostia d'Oltremanica. La famiglia che mi ospita mette a disposizione una stanza piccolissima da condividere con uno spagnolo, un polacco e un marocchino. Nonostante sembri l'inizio di una barzelletta, la condivisione di spazi così stretti tra quattro adolescenti è una celebrazione della lotta per la sopravvivenza. Il povero polacco ne fa spesso le spese, ma la situazione è piuttosto instabile. Una sera rientro in stanza e trovo il marocchino che sta ridendo di me. Non mi ricordo neanche il perché, ma è irrilevante. Prendo in mano la prima cosa che trovo e cerco di sembrare minaccioso. Lui però continua a ridere, ed ha ragione, perché stringo in mano una bomboletta di Axe. La minaccia è solo ai cattivi odori, pensa lui, ma fa male i suoi calcoli, perché glielo spruzzo in gola. Lui comincia a tossire selvaggiamente, mentre lo spagnolo ride come un pazzo ed esprime una certa preoccupazione sullo stato di salute del marocchino. Questo, sempre più paonazzo, continua a tossire per cinque minuti, prima di sedersi sul letto in silenzio. Dopo quella sera siamo diventati amici e lui mi ha raccontato di essere figlio di un  multimilionario. Spero si sia dimenticato di quel giorno, anche se per sicurezza evito di andare in vacanza a Marrakesh...

2- L’intervistatore è a conoscenza di una carriera da sceneggiatore dell’intervistato, che va oltre a quella nella Villain: prima di tutto non ti vergogni di non mettere tutto te stesso nella Villain? E poi con cosa altro perdi il tuo tempo?
La Villain avrà sempre tutto il mio amore. Ho iniziato questa carriera nel 2009, pubblicando Homo homini lupus per le edizioni Bd, con i disegni di Giacomo Bevilacqua. Nel 2010/2011 ho realizzato la miniserie Nash, insieme a Riccardo Torti e Moreno Dinisio, per Icomics. Dal 2012 collaboro con l'Aurea editoriale, per la quale scrivo la serie Caravaggio, in edicola su Skorpio, per i disegni di Paolo Ongaro. Per quest'ultima avventura non smetterò mai di ringraziare Roberto Recchioni, ideatore del progetto e con il quale ho sceneggiato i primi episodi.  

 3- Guardando la tua produzione per la Villain (e conoscendoti da anche troppo) mi sembra evidente il tuo amore per la contaminazione dei generi… se potessi scegliere un regista e uno scrittore che stimi per farli collaborare insieme anche se non c’entrano nulla l’uno con l’altro, chi sarebbero le tue scelte e perché?
Giulio Antonio Gualtieri e Guillermo del Toro... Così non vale, vero?  Purtroppo il cinema di questi anni è poco propenso alla sperimentazione, e mancano ricambi generazionali ad autori come Carpenter e Croneneberg. Per rispondere alla tua domanda, io dico il Ciclo di Eymerich di Valerio Evangelisti diretto dal già citato Del Toro( sì, al momento è il mio regista preferito o quasi) , Gli inganni di Locke Lamora di Scott Lynch per la regia di Joss Whedon e Q. di Wu Ming con Michael Mann dietro alla macchina da presa.  E come provocazione in chiusura, un cinepanettone diretto da Lars Von Trier...

4- Ed ora una domanda nerd all’autore di Game Over: qual è il videogioco che rigiocheresti all’infinito? (conosce doti da anni, come si diceva prima, Fifa non vale)
L'affetto che provo per Fifa va oltre la questione videoludica, sconfinando nella più generale passione per il calcio. Sono affezionato a tutto il catalogo della Blizzard, ho giocato per anni online a Age of Empires, però le cose che arrivano per ultime sono spesso quelle che ci colpiscono di più. Per questo dirò The Last of us, un gioco che mi ha letteralmente sconvolto per complessità narrativa . Ogni volta che pensavo di averlo finalmente capito, diventava improvvisamente qualcosa di completamente diverso. Ora che ci penso, appeno finisco l'intervista accendo la play...

5- Domanda finale, detta anche “quella svogliata”: quali sono i tuoi sogni nel cassetto? Cosa ti piacerebbe scrivere?
Chi mi conosce sa della mia grande passione per la Bonelli. Riuscire a scrivere un albo per loro sarebbe una enorme soddisfazione professionale, ma anche un omaggio al ragazzino che ero e che in fondo non ho mai smesso di essere.  
Per il resto, mi piacerebbe provare a scrivere un libro. Sempre di genere, però...



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