Lo spunto è facilmente riconoscibile: chi scrive è un grande appassionato di Lovecraft, il creatore del Necronomicon, un immaginario testo di magia nera scritto dall'arabo folle Abdul Alhazred.
Ad ispirare Lovecraft fu Il re in giallo di Robert Chambers, il libro che porta alla follia, protagonista dell'omonima raccolta di racconti. I due scrittori si erano a loro volta rifatti a testi di magia nera redatti dopo tra il tredicesimo e il quattordicesimo secolo, la Chiave di Salomone e il Picatrix.
Il Necronomicon, nella versione del film L'armata delle tenebre
L'idea del libro maledetto rappresenta dunque un topos letterario, quasi un genere a sè stante: questo è un bene, perché permette di costruire con facilità una storia, ma anche un male, perché si tratta di camminare su di una strada già battuta da altri.
Per questo siamo ricorsi ad un vecchio trucco narrativo, che potremmo definire come una sorta di ristrutturazione delle idee.
Prendete la puntata pilota di Battlestar Galattica: il capitano Adamo si ritrova al comando dell'unica nave militare sopravvissuta allo sterminio delle Dodici Colonie, e la deve traghettare verso un leggendario pianeta, conosciuto come la Terra, dove la razza umana avrebbe avuto origine. Il riferimento al Vecchio Testamento non poteva essere più evidente: Adamo deve guidare il suo popolo nello spazio, il luogo per definizione più simile al deserto, alla ricerca della terra promessa.
Il galactica alla ricerca della sua Israele
Per questo, abbiamo cercato di camuffare lo spunto iniziale, cercando piste meno battute. Siamo partiti da una riflessione: ad oggi i libri non hanno più l'esclusiva di determinare il nostro immaginario, per cui abbiamo cercato di rivolgere la nostra attenzione ad altri prodotti di intrattenimento.
Forse sarebbe stato più facile provare con un film maledetto, ma anche lì qualcuno era arrivato prima di noi. Nello specifico, possiamo citare il maestro John Carpenter, con il suo Bruciature di sigarette, l'ottavo episodio della prima stagione di Masters of Horror.
Il trailer di bruciatura di sigaretta, in inglese
Di recente, l'industria dei videogiochi ha superato per incassi quella del cinema, per cui il nostro immaginario è ad oggi definito soprattutto da quello a cui giochiamo. In questo modo ci è venuto piuttosto naturale ristrutturare la nostra idea iniziale trasformandola in un videogioco maledetto. La rete si è dimostrata un prezioso alleato, fornendo linfa al nostro spunto: esiste infatti una leggenda urbana legata ad un fantomatico cabinato, Polybius, a cui non potevamo non fare riferimento. Il nome del nostro videogioco maledetto, Pindaros, è un chiaro omaggio a questa suggestione.
Polybius citato in una puntata dei Simpsons
Il resto è venuto da sé. Una volta identificato lo spunto, siamo partiti, forti del fatto che potevamo contare anche sulle molteplici suggestioni offerte dal mondo dei videogame. L'ambientazione futuristica ci è sembrata una scelta naturale, proprio per poter amplificare questa possibilità e nel contempo camuffare il più possibile lo spunto iniziale.
Nel prossimo contenuto speciale, ci soffermeremo sulla parte grafica.
Grazie per l'attenzione e mi raccomando, giocate sempre al meglio delle vostre possibilità, e forse un giorno avrete l'occasione di confrontarvi con Pindaros...
Giulio A.Gualtieri
Compliemeti, continuate cosi' ;)
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